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lunedì 8 aprile 2013

Il Tar boccia l'Università... e il numero chiuso

Dal Tar del Lazio arriva l’ennesima bomba destinata a fare traballare dalle fondamenta le Università Italiane e le iscrizioni a "numero chiuso".

Il Tribunale amministrativo ha infatti attraverso alcune ordinanze (in tutto, sono più di 20 le ordinanze di sospensiva pronunciate tra fine dicembre e la prima settimana di gennaio 2013 dai diversi Tar italiani che hanno ammesso "con riserva" all'università decine di studenti esclusi dai test) ammesso ai corsi di laurea in Medicina e Odontoiatria decine di studenti che non erano riusciti a raggiungere il punteggio minimo previsto nel test di ammissione svoltisi lo scorso settembre. Il Tar ha accolto il ricorso degli studenti consentirà loro di frequentare le lezioni finché sul numero chiuso non si pronuncerà la Corte costituzionale che ne dovrà valutare l’incostituzionalità o meno.

Quindi, nonostante già il governo Monti, attraverso il Ministro dell’Università Francesco Profumo, era intervenuto sulla selezione a Medicina, la facoltà più ambita (circa 80 mila studenti per poco più di 9mila posti). Quest'anno, il test di ammissione valeva per un intero raggruppamento di atenei e non più per una sola università. Ma secondo i giudici amministrativi ciò non è bastato per evitare disparità di trattamento. Di fatto un ragazzo estromesso a Milano con un certo punteggio sarebbe stato ammesso in un'altra università, magari al Sud. Ed è proprio su questo aspetto che si è pronunciato il Tar lo scorso 21 dicembre. I giudici di Roma hanno riammesso nei rispettivi atenei gruppi di studenti di Milano, Firenze, Parma, e Messina che erano stati esclusi per il punteggio troppo basso, e fuori dai posti messi a concorso, ma che con lo stesso punteggio sarebbero stati ammessi invece alla Sapienza di Roma.

Nell’attesa di conoscere il verdetto, che dovrebbe arrivare prima dell’estate, il Tar del Lazio ha in ogni caso riconosciuto “l’illogicità della previsione di un punteggio minimo applicabile che non consente lo scorrimento della graduatoria in presenza di posti vacanti”, che pure erano disponibili in mancanza di un numero sufficiente di idonei. Nello specifico gli studenti ammessi dal tribunale, competente a livello nazionale, avevano svolto la prova presso la Statale di Milano.

Ma il ricorso presentato al Tar del Lazio è solo l’ultimo di una lunga serie e che riguarda anche altri aspetti della questione. A Campobasso il locale Tar ha annullato la graduatoria del test di ammissione a Medicina per l'intera macroarea  -  Campobasso, Bari e Foggia  -  perché la Commissione avrebbe richiesto ai candidati di lasciare sul banco la carta d'identità accanto al codice della prova, consentendone l'identificazione e la Procura della Repubblica ha aperto un'inchiesta. In altre regioni i Tar hanno invece fatto rientrare alcuni studenti di medicina dalla Romania, dalla Spagna e dal Belgio, che erano stati costretti ad emigrare a causa del numero chiuso.

A Cosenza e l'Aquila invece è saltato il numero chiuso a Scienze della formazione, che prevede un punteggio minimo di ammissione anche se tutti i posti non vengono coperti. Secondo il Tar Lazio se i posti sono disponibili vanno occupati anche se i concorrenti non hanno raggiunto il minimo per l’accesso ai corsi.

Stesso discorso per la facoltà di i posti destinati agli studenti extracomunitari e per i posti rimasti vacanti alla facoltà di Architettura.